18 Agosto 1869. In un manifesto pubblico le Ferrovie Calabro-Sicule danno notizia che in tale data avverrà l'apertura del tronco ferroviario da S. Basilio di Pisticci, Basilicata, a Trebisacce, Calabria, prima parte della linea ferroviaria Taranto-Cariati.
Dopo tre anni di lavori, sbancamenti, livellamenti, tra polemiche e pareri contrastanti, finalmente arriva il gran giorno anche per Corigliano Calabro, che, alla fine del 1869, sarà collegata alla stazione ferroviaria con un servizio di vettura per il trasporto dei passeggeri.
Con il proseguire dei lavori, il collegamento arriverà a Cariati nel 1870 ed a Crotone, dove la ferrovia sarà inaugurata ufficialmente il 31 Maggio 1874. Per l’epoca fu sicuramente un evento storico, considerato che la fascia tirrenica della Calabria era ancora completamente priva di infrastrutture ferroviarie.
Alcuni anni dopo, lungo la stessa linea furono vissute delle giornate memorabili, grazie alla presenza di alcuni illustri viaggiatori che la percorsero: tra questi, Giuseppe Garibaldi.
Partito da Napoli il 24 Marzo 1882 salutato da una gran folla, arrivò a Metaponto la mattina dopo. Proseguì per Trebisacce, Cariati, Crotone, Catanzaro, Gioiosa Ionica, Gerace Marina (Locri), Melito Porto Salvo, Reggio Calabria. Grande entusiasmo accolse il passaggio di Garibaldi in tutte le brevi soste che il treno fece nelle stazioni calabresi. All’epoca già vecchio e malato, volle fermarsi una notte a casa di alcuni suoi amici, la famiglia Fazzari, a Stalettì di Copanello.
A ricordo della sua visita, la famiglia Fazzari depose una lapide in occasione del cinquantenario della morte di Achille, l’amico fraterno di Garibaldi. Tuttora è possibile vederla sulla facciata di Casa Fazzari (oggi di proprietà Marincola) a Stalettì di Copanello.
Da Reggio C., dove giunse con un giorno di ritardo, il 26 Marzo 1882, Garibaldi proseguì per Villa S.Giovanni e poi in Sicilia, per arrivare a Palermo, ripartendo il 16 Aprile per l’amata Caprera, che raggiunse dopo 24 ore di navigazione. Nell’isola rimase fino alla morte, avvenuta il 2 Giugno 1882. Altri famosi viaggiatori percorsero la tratta Taranto-Reggio Calabria. Tra questi, lo scrittore inglese, appassionato cultore dell’antichità classica, George Gissing.. Il 16 Novembre 1897 decise di prendere il battello della compagnia Florio a Napoli, dopo aver soggiornato per alcuni giorni nella città vesuviana.
La linea marittima Napoli-Messina prevedeva una sosta alla marina di Paola, da dove lo scrittore si spostò in carrozza per Cosenza. Da qui in treno per Sibari e Taranto. Dopo un breve soggiorno a Taranto, riprese il treno per la Calabria, percorrendo tutta la fascia ionica fino a Reggio Calabria.
In particolare, il 25 Novembre 1897 Gissing arrivò finalmente alla stazione di Crotone.
Nella città di Pitagora si dovette fermare più a lungo del previsto, dato il sopraggiungere della malaria che lo aveva colpito. Curato e guarito dall’illustre medico crotonese Riccardo Sculco, riprese il treno per Catanzaro e, nei giorni seguenti, raggiunse Reggio Calabria, dove concluse il suo itinerario culturale lungo l’antica Magna Grecia.
Il viaggio fu raccontato fedelmente dallo scrittore nel libro “Sulle Rive dello Ionio”, (pubblicato a Londra nel 1901), un appassionato e vivace resoconto, a volte anche ironico, della sua permananza in Calabria. Altri viaggiatori del Grand Tour percorsero la tratta ionica, tra questi Norman Douglas, che nel 1911 si recò da Soverato a Crotone in treno alla ricerca di testimonianze che potessero collegarlo al suo illustre conterraneo, George Gissing.
Della proposta di apporre due targhe a garibaldi ed a Gissing abbiamo già scritto.
Facendo un bel salto nel tempo, arriviamo ai nostri giorni……….
Ebbene, il confronto tra quegli anni lontani e gli attuali risulta davvero sconfortante., e non solo in termini di efficienza delle infrastrutture. La linea ferroviaria ionica è rimasta a binario unico come nel 1869. E’ cambiato il combustibile, ma solo quello. Per il resto, lentezza del trasporto, carrozze inadeguate, scarsa sicurezza.
Basti pensare al tragico incidente ferroviario avvenuto a Crotone il 16 Novembre 1989, a causa del quale perirono 12 persone, cinque macchinisti e sette viaggiatori.
Cosa è cambiato da quel terribile disastro? Ben poco, per la verità. A questo punto, il potenziamento e la messa in sicurezza della linea ferroviaria ionica non possono essere più rinviati. E’doveroso che le Istituzioni prendano coscienza del fatto e decidano di impegnarsi così come avevano promesso i dirigenti dell’epoca, all’indomani della sciagura.
Lo chiedono anche, da tanti anni, i numerosi lavoratori e gli studenti pendolari che utilizzano la tratta ferroviaria ogni mattina per raggiungere alle prime ore del giorno i posti di lavoro-studio, un piccolo e silenzioso esercito di cittadini spesso senza voce, come pure tante persone che non vogliono o possono percorrere in auto la famigerata S.S.106 Ionica, (la strada della morte), anche per non aggiungere altre croci sull’asfalto. La mancata efficienza delle linee ferroviarie comporta un’altra conseguenza negativa: il trasporto su ferro continua ad essere sempre meno utilizzato per le merci, al contrario di altre regioni e nazioni europee.
Altro settore pesantemente penalizzato dalla carenza di infrastrutture sia ferroviarie che stradali e portuali è quello turistico.
Con il potenziamento della linea Taranto-Reggio Calabria, attualmente lenta e poco competitiva, si potrebbe sviluppare adeguatamente il traffico turistico interregionale tra Calabria Lucania e Puglia, regioni legate da un’antica e comune tradizione magnogreca, culla della civiltà mediterranea.
Mentre in Toscana, Lazio, Lombardia ed altrove, si potenzia e si rende più efficiente il servizio di treni navetta o di metropolitana leggera, operativi anche nelle aree urbane, per la linea ferroviaria jonica, aldilà di alcune dichiarazioni di impegno, tutto tace. Nessuna iniziativa seria e concreta che dia delle risposte rassicuranti ai cittadini della riviera ionica per uscire da un isolamento che li penalizza fortemente sia dal punto di vista economico, culturale, sociale.
Ciò, nonostante che il Consiglio d’Europa abbia deciso di favorire l’uso del trasporto su rotaie e via mare (autostrade del mare) proprio per ridurre il traffico su gomma, ormai al limite del collasso, per diminuire il numero delle vittime della strada oltre che per far calare l’inquinamento atmosferico. ItaliaNostra aveva organizzato, nel giugno 1999, un convegno proprio sul tema dello sviluppo delle Autostrade del mare a Portoferraio (Isola d’Elba) al quale l’allora Presidente della Repubblica Ciampi aveva inviato un messaggio di convinta adesione.
A questo punto, sarebbe auspicabile che nell’immediato fosse predisposto almeno un servizio di collegamento regolare, lungo le direttrici Ionio-Tirreno, utilizzando dei treni navetta, una metropolitana leggera da realizzare lungo l’asse ionico da Reggio a Sibari.
Sarebbe il collegamento ideale e più economico e consentirebbe ai viaggiatori di recarsi nelle stazioni del Tirreno, a doppio binario e meglio servite, per prendere la coincidenza per il nord Italia senza dover utilizzare un proprio veicolo e con un tempo di percorrenza congruo.
Quando saranno finalmente mantenute le promesse di tanti politici/amministratori/rappresentanti delle Istituzioni
Dopo tre anni di lavori, sbancamenti, livellamenti, tra polemiche e pareri contrastanti, finalmente arriva il gran giorno anche per Corigliano Calabro, che, alla fine del 1869, sarà collegata alla stazione ferroviaria con un servizio di vettura per il trasporto dei passeggeri.
Con il proseguire dei lavori, il collegamento arriverà a Cariati nel 1870 ed a Crotone, dove la ferrovia sarà inaugurata ufficialmente il 31 Maggio 1874. Per l’epoca fu sicuramente un evento storico, considerato che la fascia tirrenica della Calabria era ancora completamente priva di infrastrutture ferroviarie.
Alcuni anni dopo, lungo la stessa linea furono vissute delle giornate memorabili, grazie alla presenza di alcuni illustri viaggiatori che la percorsero: tra questi, Giuseppe Garibaldi.
Partito da Napoli il 24 Marzo 1882 salutato da una gran folla, arrivò a Metaponto la mattina dopo. Proseguì per Trebisacce, Cariati, Crotone, Catanzaro, Gioiosa Ionica, Gerace Marina (Locri), Melito Porto Salvo, Reggio Calabria. Grande entusiasmo accolse il passaggio di Garibaldi in tutte le brevi soste che il treno fece nelle stazioni calabresi. All’epoca già vecchio e malato, volle fermarsi una notte a casa di alcuni suoi amici, la famiglia Fazzari, a Stalettì di Copanello.
A ricordo della sua visita, la famiglia Fazzari depose una lapide in occasione del cinquantenario della morte di Achille, l’amico fraterno di Garibaldi. Tuttora è possibile vederla sulla facciata di Casa Fazzari (oggi di proprietà Marincola) a Stalettì di Copanello.
Da Reggio C., dove giunse con un giorno di ritardo, il 26 Marzo 1882, Garibaldi proseguì per Villa S.Giovanni e poi in Sicilia, per arrivare a Palermo, ripartendo il 16 Aprile per l’amata Caprera, che raggiunse dopo 24 ore di navigazione. Nell’isola rimase fino alla morte, avvenuta il 2 Giugno 1882. Altri famosi viaggiatori percorsero la tratta Taranto-Reggio Calabria. Tra questi, lo scrittore inglese, appassionato cultore dell’antichità classica, George Gissing.. Il 16 Novembre 1897 decise di prendere il battello della compagnia Florio a Napoli, dopo aver soggiornato per alcuni giorni nella città vesuviana.
La linea marittima Napoli-Messina prevedeva una sosta alla marina di Paola, da dove lo scrittore si spostò in carrozza per Cosenza. Da qui in treno per Sibari e Taranto. Dopo un breve soggiorno a Taranto, riprese il treno per la Calabria, percorrendo tutta la fascia ionica fino a Reggio Calabria.
In particolare, il 25 Novembre 1897 Gissing arrivò finalmente alla stazione di Crotone.
Nella città di Pitagora si dovette fermare più a lungo del previsto, dato il sopraggiungere della malaria che lo aveva colpito. Curato e guarito dall’illustre medico crotonese Riccardo Sculco, riprese il treno per Catanzaro e, nei giorni seguenti, raggiunse Reggio Calabria, dove concluse il suo itinerario culturale lungo l’antica Magna Grecia.
Il viaggio fu raccontato fedelmente dallo scrittore nel libro “Sulle Rive dello Ionio”, (pubblicato a Londra nel 1901), un appassionato e vivace resoconto, a volte anche ironico, della sua permananza in Calabria. Altri viaggiatori del Grand Tour percorsero la tratta ionica, tra questi Norman Douglas, che nel 1911 si recò da Soverato a Crotone in treno alla ricerca di testimonianze che potessero collegarlo al suo illustre conterraneo, George Gissing.
Della proposta di apporre due targhe a garibaldi ed a Gissing abbiamo già scritto.
Facendo un bel salto nel tempo, arriviamo ai nostri giorni……….
Ebbene, il confronto tra quegli anni lontani e gli attuali risulta davvero sconfortante., e non solo in termini di efficienza delle infrastrutture. La linea ferroviaria ionica è rimasta a binario unico come nel 1869. E’ cambiato il combustibile, ma solo quello. Per il resto, lentezza del trasporto, carrozze inadeguate, scarsa sicurezza.
Basti pensare al tragico incidente ferroviario avvenuto a Crotone il 16 Novembre 1989, a causa del quale perirono 12 persone, cinque macchinisti e sette viaggiatori.
Cosa è cambiato da quel terribile disastro? Ben poco, per la verità. A questo punto, il potenziamento e la messa in sicurezza della linea ferroviaria ionica non possono essere più rinviati. E’doveroso che le Istituzioni prendano coscienza del fatto e decidano di impegnarsi così come avevano promesso i dirigenti dell’epoca, all’indomani della sciagura.
Lo chiedono anche, da tanti anni, i numerosi lavoratori e gli studenti pendolari che utilizzano la tratta ferroviaria ogni mattina per raggiungere alle prime ore del giorno i posti di lavoro-studio, un piccolo e silenzioso esercito di cittadini spesso senza voce, come pure tante persone che non vogliono o possono percorrere in auto la famigerata S.S.106 Ionica, (la strada della morte), anche per non aggiungere altre croci sull’asfalto. La mancata efficienza delle linee ferroviarie comporta un’altra conseguenza negativa: il trasporto su ferro continua ad essere sempre meno utilizzato per le merci, al contrario di altre regioni e nazioni europee.
Altro settore pesantemente penalizzato dalla carenza di infrastrutture sia ferroviarie che stradali e portuali è quello turistico.
Con il potenziamento della linea Taranto-Reggio Calabria, attualmente lenta e poco competitiva, si potrebbe sviluppare adeguatamente il traffico turistico interregionale tra Calabria Lucania e Puglia, regioni legate da un’antica e comune tradizione magnogreca, culla della civiltà mediterranea.
Mentre in Toscana, Lazio, Lombardia ed altrove, si potenzia e si rende più efficiente il servizio di treni navetta o di metropolitana leggera, operativi anche nelle aree urbane, per la linea ferroviaria jonica, aldilà di alcune dichiarazioni di impegno, tutto tace. Nessuna iniziativa seria e concreta che dia delle risposte rassicuranti ai cittadini della riviera ionica per uscire da un isolamento che li penalizza fortemente sia dal punto di vista economico, culturale, sociale.
Ciò, nonostante che il Consiglio d’Europa abbia deciso di favorire l’uso del trasporto su rotaie e via mare (autostrade del mare) proprio per ridurre il traffico su gomma, ormai al limite del collasso, per diminuire il numero delle vittime della strada oltre che per far calare l’inquinamento atmosferico. ItaliaNostra aveva organizzato, nel giugno 1999, un convegno proprio sul tema dello sviluppo delle Autostrade del mare a Portoferraio (Isola d’Elba) al quale l’allora Presidente della Repubblica Ciampi aveva inviato un messaggio di convinta adesione.
A questo punto, sarebbe auspicabile che nell’immediato fosse predisposto almeno un servizio di collegamento regolare, lungo le direttrici Ionio-Tirreno, utilizzando dei treni navetta, una metropolitana leggera da realizzare lungo l’asse ionico da Reggio a Sibari.
Sarebbe il collegamento ideale e più economico e consentirebbe ai viaggiatori di recarsi nelle stazioni del Tirreno, a doppio binario e meglio servite, per prendere la coincidenza per il nord Italia senza dover utilizzare un proprio veicolo e con un tempo di percorrenza congruo.
Quando saranno finalmente mantenute le promesse di tanti politici/amministratori/rappresentanti delle Istituzioni
L'ICN 763, ancora con la vecchia composizione con una sola C6 al posto delle due carrozze T4 Comfort, in corsa nei pressi di Brancaleone...
Nessun commento:
Posta un commento