Il recente arrivo della società Ferrovie della Calabria sui binari di RFI apre nuove scenari per il trasporto di merci su rotaia all’interno della regione. Lo scalo merci FS di Crotone è uno dei più grandi in Calabria, non ha nulla da invidiare a quelli di Cosenza e Lamezia Terme tranne che una sola cosa: a Crotone non esiste più alcun traffico merci ormai da anni. Il porto di Crotone ha più o meno avuto la stessa sorte, anche se ultimamente si è registrato un leggero incremento nel quantitativo di materiale movimentato dallo scalo crotonese. Ebbene, una soluzione per entrambi ci sarebbe, e neanche poi così costosa. Farne un’unica entità, farli lavorare insieme sarebbe una prospettiva più che allettante. Un grande interscalo Nave - Treno ed eventualmente anche camion, per rilanciare l’economia crotonese e diminuire drasticamente la pressione sul gommato della regione. Ecco cosa si potrebbe fare:
Questa è una rappresentazione schematica di quello che potrebbe essere il raccordo Crotone FS - Crotone Porto, ricalcando il progetto delle Ferrovie Calabro Lucane, poi abbandonato. Spieghiamo il tutto:Si parte dall’attuale piazzale dove sorge il deposito di Saggese e dove saltuariamente stazionano mezzi di servizio FS. Questo diventerà il punto nevralgico delle operazioni di manovra dei treni merci da/per il porto, che sarà collegato da due linee (una dallo scalo e una dal primo binario, in diretto collegamento con la direttrice Jonica) che si congiungeranno poco prima del passaggio a livello di Via Stazione, opera che comunque prevederà un rialzo della via stessa in modo da colmare il dislivello di 2m circa dal piano ferroviario. Il raccordo procederà in binario singolo con la costruzione di un ponte sull’Esaro e di un altro passaggio a livello sulla Consortile (i transiti non saranno frequentissimi, quindi di certo non intaserà il traffico), per poi diramarsi verso la banchina “N1″, dove solitamente attraccano le navi Bulk-Carrier cariche di combustibile da biomassa, e verso le banchine “N2″ e “Spiaggia delle Forche”. Al momento il porto di Crotone non è organizzato in maniera tale da dedicare un ramo a uno specifico tipo di carico, ma chissà in futuro… L’opera di costruzione, se a carico del Comune, non potrà costare più di 1-2 milioni di euro (consideriamo che sono poco più di 400 metri tra la stazione e il porto, con tutti i rami fanno 1-1.5 km), se a carico di RFI abbastanza di più…
Ma un’infrastruttura del genere come può essere sfruttata?
Ecco esposte tutte le possibilità di commercio, possibili e un pò meno, che un intervento del genere può offrire da e per il porto di Crotone:
1) Centrale a biomassa di Strongoli
Con un raccordo ferroviario all’interno della centrale già presente, e per giunta ubicato proprio di fianco al deposito del combustibile, il trasporto su rotaia del materiale scaricato dalle navi è una soluzione più che ideale. Sono poco meno di 20 km, il che non implica l’utilizzo di locomotori particolarmente potenti e quindi antieconomici. All’arrivo delle navi, carri tramoggia pronti sul binario e così si velocizzano sensibilmente le operazioni di consegna, con ripercussioni positive sull’economia, sulle strade e, soprattutto, sull’olfatto dei crotonesi. Ricordiamo che un convoglio di 10 carri tramoggia (come quelli accantonati nello scalo di Crotone) corrisponde a quasi 15 camion, fate voi il conto…
2) Smistamento GPL di Simeri Crichi
Impianto che fornisce gas in bombole a mezza regione, potrebbe anche significare l’approdo delle piccole navi gasiere a Crotone. Basta attrezzare per bene il porto, ed ecco che carri cisterna (con i dovuti controlli e collaudi per prevenire altri, per quanto davvero rarissimi, incidenti) potranno affluire a Simeri Crichi, moltiplicando l’attività dell’impianto andando così a fornire di GPL le case di mezza Calabria.
3) Cirò Marina
Sebbene il commercio ortofrutticolo sia una chimera per le ferrovie ormai da anni, la grande produttività dell’area del cirotano (e anche di Thurio, 7, dove tuttora sorgono diversi piccoli raccordi) può far gola per quanto riguarda carichi diretti ai grandi centri internazionali. I nostri agrumi sono tra i più apprezzati nell’intera area Mediterranea, e un incremento dell’esportazione non può che giovare all’intera economia della regione.
4) Scalo intermodale di Cutro
E chi non ne ha sentito parlare? Tante parole e promesse da campagna elettorale, oggi è solo una distesa di cemento con due binari a rompere tale monotonia. Eppure le potenzialità sono molte: scalo merci intermodale, un punto strategico per immettere su rotaia tutte quelle merci in arrivo dal Petilino e la Sila inferiore. Un efficiente collegamento con il porto di Crotone favorirebbe, anche in questo caso, l’esportazione e l’importazione di merci di ogni genere, in primis del legname, dalla Sila proveniente in abbondanza.
5) Scalo merci di Cosenza
Cosenza è l’unico scalo merci ferroviario rimasto attivo in Calabria insieme a quello di Villa San Giovanni. Movimenta un discreto quantitativo di merci, e un’interazione con lo scalo crotonese può favorire il movimento delle merci all’interno della regione. Anche qui si potrebbe pensare di incentivare il trasporto su rotaia al fine di ridurre la pressione dei mezzi pesanti sulla Statale 106, riservandoli solo a quei luoghi dove la ferrovia non arriva. Un pò il concetto per il trasporto passeggeri regionale, insomma…
6) Scalo merci di Lamezia Terme Centrale
La situazione è simile a quella cosentina, ma una vera marcia in più avrebbe luogo solo se il porto di Crotone venisse attrezzato delle apparecchiature atte al trasbordo di container. Infatti i treni merci della Rail Traction Company provenienti San Ferdinando, carichi dei container del Porto di Gioia Tauro, potrebbero dividere una sezione diretta a Crotone allo scalo lametino, per poi raggiungere il porto jonico e così essere indirizzati tramite navi container più piccole verso i maggiori porti container dello Jonio e dell’Adriatico, evitando la traversata dello Stretto di Messina a navi più grandi.
link diretto all'articolo: http://crotone.bloggalo.it/2009/08/08/navetreno-ecco-come-possono-rinascere-i-grandi-scali-crotonesi/
Una panoramica del vasto piazzale dello scalo merci di Crotone...oggi "abitato" soltanto da decine di carri tramoggia ed a pareti scorrevoli tipo H, accantonati in attesa di eventuali utilizzi in altri scali.
...ed ecco il tanto famigerato scalo intermodale di Cutro. Quando pochi anni fa iniziarono i lavori di costruzione, si sapeva già che lo scalo non sarebbe mai stato attivato(del resto era già in via di smantellamento Crotone...). Ed infatti eccolo lì, con i suoi tre binari tristemente vuoti ed arrugginiti, rappresentanti delle assurdità e degli incredibili sprechi all'italiana. Speriamo che qualcosa cambi con l'ingresso delle Ferrovie della Calabria nel mondo dello scartamento ordinario!
6 commenti:
veramente complimenti, sono le idee come queste che potrebbero rendere la calabria daregione emarginata a centro nevralgico del mediterraneo, speriamo che qualcuno raccolga queste proposte
Speriamo bene davvero...altrimenti a furia di tagliare rimarremo davvero senza niente! :(
Molto dipende anche dai sindaci. A Brindisi e Salerno il raccordo con il porto lo hanno dismesso.Il governo italiano incentiva il trasporto su gomma, non su ferro, e al sud le autolinee continuano a proliferare.
Saluti Peppe MF-TA
Infatti...assolutamente vergognoso!!Il problema però non viene da questo governo, ma da TUTTI i governi italiani che si alternano da 30 anni, sia di destra che di centro o di sinistra che siano...non è mai cambiato nulla. Anzi la situazione per molti versi è peggiorata...
Poi per non parlare delle autolinee in Calabria...il simbolo dello SCHIFO che sta facendo la Regione con questi autobus è il collegamento Corigliano-Palermo...che non si sa ancora a chi ed a che cosa serve!
E poi la Jonica non ha più neanche un treno diretto che colleghi Reggio Calabria a Taranto/Bari...
Dalle mie parti si dice "si stava meglio quando si stava peggio";gli anni '90 sono stati i migliori sia per la Jonica che per altre linee del sud.Io sto assistendo anno per anno al declino della stazione di Taranto, che all' inizio del secolo scorso era uno degli scali piu' importanti del sud.Salviamo la Jonica e facciamolo presto.
Saluti Peppe MF-TA
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