Nel pensare a questa locomotiva si vede una sorta di “controtendenza” nella cultura calabrese dell’epoca, quando la gente abbandonava i paesini diretta verso il “resto del mondo”, avviando anche una sorta di colonizzazione in Germania.
Percorso inverso fecero, tra il 1926 e il 1928, un gruppo di 3 locomotive a vapore (più altre 8 costruite però su licenza a Genova) che da Berlino si recarono nel meridione d’Italia, presso i depositi delle allora “giovani” Ferrovie Calabro Lucane.
Si trattava delle locomotive Gruppo 350, le più potenti che le Calabro-Lucane abbiano mai avuto (alla faccia del “piccolo gioiello”!), mandate subito in servizio nei depositi di Bari, Potenza, Cosenza e Castrovillari. Tali locomotive, progettate e costruite dalla berlinese Borsig, allora maggiore produttrice di locomotive in Europa, venivano usate specie per i pesanti treni merci allora in esercizio, raggiungendo la ragguardevole velocità di 50 km/h con una potenza di ben 800 cv. Tra di loro c’era anche la FCL.353, assegnata subito a Cosenza per prestare servizio sulle difficili e impervie linee per Catanzaro e Camigliatello Silano, con quest’ultima linea prolungata nel 1956 fino a San Giovanni in Fiore.
Percorso inverso fecero, tra il 1926 e il 1928, un gruppo di 3 locomotive a vapore (più altre 8 costruite però su licenza a Genova) che da Berlino si recarono nel meridione d’Italia, presso i depositi delle allora “giovani” Ferrovie Calabro Lucane.
Si trattava delle locomotive Gruppo 350, le più potenti che le Calabro-Lucane abbiano mai avuto (alla faccia del “piccolo gioiello”!), mandate subito in servizio nei depositi di Bari, Potenza, Cosenza e Castrovillari. Tali locomotive, progettate e costruite dalla berlinese Borsig, allora maggiore produttrice di locomotive in Europa, venivano usate specie per i pesanti treni merci allora in esercizio, raggiungendo la ragguardevole velocità di 50 km/h con una potenza di ben 800 cv. Tra di loro c’era anche la FCL.353, assegnata subito a Cosenza per prestare servizio sulle difficili e impervie linee per Catanzaro e Camigliatello Silano, con quest’ultima linea prolungata nel 1956 fino a San Giovanni in Fiore.
Convoglio storico in sosta a S.Giovanni in Fiore (foto di E. Salatino)
E I TRENI NON SBUFFARONO PIU’…
E I TRENI NON SBUFFARONO PIU’…
Con l’epopea del vapore ormai al tramonto, queste macchine continuarono ad effettuare servizio sulla rete FCL, data anche la carenza di mezzi a disposizione, fino a metà anni ‘70. L’arrivo dei locomotori diesel LM4.600, però, decretò praticamente la fine dell’esercizio per le vaporiere (escluse le locomotive a cremagliera Gr.500, unici mezzi assieme alle Emmine M1c.80 ed 80R capaci di percorrere le tratte a cremagliera, come quella presente tutt’ora a Catanzaro), segnando anche la sorte di queste possenti macchine.
Una delle 9 unità su 11 oggi sarà probabilmente parte di una qualche forchetta del vostro servizio buono, essendo state demolite e poi mandate in fonderia. Ma due macchine si salvarono: la FCL.358, dopo aver effettuato il treno d’addio alla bellissima ferrovia Lagonegro – Spezzano Albanese, venne acquistata dal ricco appassionato romano Di Giacomo, che ancora oggi la possiede (seppur non si sappia nulla della sua precisa locazione), mentre la 353 venne abbandonata, dopo un guasto, su un tronchino della stazione di San Giovanni in Fiore, in attesa di decisioni.
Una delle 9 unità su 11 oggi sarà probabilmente parte di una qualche forchetta del vostro servizio buono, essendo state demolite e poi mandate in fonderia. Ma due macchine si salvarono: la FCL.358, dopo aver effettuato il treno d’addio alla bellissima ferrovia Lagonegro – Spezzano Albanese, venne acquistata dal ricco appassionato romano Di Giacomo, che ancora oggi la possiede (seppur non si sappia nulla della sua precisa locazione), mentre la 353 venne abbandonata, dopo un guasto, su un tronchino della stazione di San Giovanni in Fiore, in attesa di decisioni.
LA RINASCITA
Rimase lì fino ai primi anni ’90, quando le Ferrovie della Calabria decisero, quasi improvvisamente, di intraprenderne il recupero grazie anche alla fortissima volontà dell’ex capodeposito Pasquale Iuliano, “padre” del restauro della 353 e di tutte le altre vaporiere in carico a Ferrovie della Calabria e Ferrovie Appulo Lucane. La macchina, ultima rimasta in carico alle F.C., venne riparata grazie alle vecchie maestranze richiamate al servizio presso le officine di Cosenza, ed in poco più di un anno si potè finalmente vedere il vapore tornare a sbuffare dalla ciminiera della “tedesca”.
La 353 riscosse subito grande clamore tra appassionati e non, divenendo un vero e proprio simbolo aziendale e “spirituale” delle Ferrovie della Calabria. Cominciò così una seconda vita per questa grande e indistruttibile vaporiera, passata dai pesanti treni merci ad innumerevoli treni turistici e fotografici. Il peso degli anni non si fece sentire neanche alla dura prova che la linea Cosenza – San Giovanni in Fiore proponeva: tra le stazioni di Redipiano, Santo Janni e Fondente la linea presenta infatti una salita con pendenza del 6%, esattamente al limite di sicurezza. Ebbene, nonostante gli anni (e i carri) sul groppone, la 353 riuscì a superare con tranquillità la difficile rampa. Da allora, è stata presenza stabile fino al 2008 tra i monti della Sila, effettuando i servizi turistici Camigliatello – San Nicola Silvana Mansio – San Giovanni in Fiore, correndo tra scenari davvero irripetibili. La bellezza della locomotiva immersa nella neve o tra le verdi radure è una visione che ha spesso e volentieri affascinato e fatto innamorare decine di persone, rendendo il treno a vapore un’attrattiva di prim’ordine nel turismo Silano.
Fascino che viene riconosciuto persino dal celebre programma di Rai3 Geo&Geo sul quale va in onda il 26 Dicembre 2007 un favoloso servizio sulla Ferrovia Silana, nel quale ovviamente la 353 è assoluta protagonista. Una fama, quella della vaporiera, che ha attratto comitive di turisti da tutta Europa (ogni estate, infatti, erano solite scendere comitive di oltre 100 persone da Germania e Inghilterra), facendo tornare a vivere, grazie anche all’utilizzo di carrozze in allestimento originale, la belle epòque del vapore
La 353 riscosse subito grande clamore tra appassionati e non, divenendo un vero e proprio simbolo aziendale e “spirituale” delle Ferrovie della Calabria. Cominciò così una seconda vita per questa grande e indistruttibile vaporiera, passata dai pesanti treni merci ad innumerevoli treni turistici e fotografici. Il peso degli anni non si fece sentire neanche alla dura prova che la linea Cosenza – San Giovanni in Fiore proponeva: tra le stazioni di Redipiano, Santo Janni e Fondente la linea presenta infatti una salita con pendenza del 6%, esattamente al limite di sicurezza. Ebbene, nonostante gli anni (e i carri) sul groppone, la 353 riuscì a superare con tranquillità la difficile rampa. Da allora, è stata presenza stabile fino al 2008 tra i monti della Sila, effettuando i servizi turistici Camigliatello – San Nicola Silvana Mansio – San Giovanni in Fiore, correndo tra scenari davvero irripetibili. La bellezza della locomotiva immersa nella neve o tra le verdi radure è una visione che ha spesso e volentieri affascinato e fatto innamorare decine di persone, rendendo il treno a vapore un’attrattiva di prim’ordine nel turismo Silano.
Fascino che viene riconosciuto persino dal celebre programma di Rai3 Geo&Geo sul quale va in onda il 26 Dicembre 2007 un favoloso servizio sulla Ferrovia Silana, nel quale ovviamente la 353 è assoluta protagonista. Una fama, quella della vaporiera, che ha attratto comitive di turisti da tutta Europa (ogni estate, infatti, erano solite scendere comitive di oltre 100 persone da Germania e Inghilterra), facendo tornare a vivere, grazie anche all’utilizzo di carrozze in allestimento originale, la belle epòque del vapore
La FCL 353 ai tempi del primo restauro (foto R. Troiano)
DI NUOVO IN LETARGO
Tutto ciò fino ad inizio 2008, quando scade la revisione della caldaia, il quale termine venne già prorogato di ulteriori 6 mesi per permettere alla locomotiva di poter operare nella stagione turistica invernale, la più proficua per l’altopiano silano.
Sono perciò 2 anni che i binari silani non sorreggono il peso della possente “tedeschina”, sostituita l’anno scorso dalla locomotiva diesel LM4.606. E’ inutile dire che il paragone assolutamente non regge..
Le notizie, tuttavia, sono confortanti: presso le officine di Cosenza è infatti in via di completamento la revisione della locomotiva, durata ben due anni, con la sostituzione di alcune parti intaccate dai segni del tempo ed una completa riverniciatura. La rimessa in pressione della locomotiva è prevista per metà dicembre, dopodiché verrà sottoposta alle verifiche delle istituzioni competenti per poter tornare, finalmente, a divorare gli stretti binari delle Calabro-Lucane, aspettato le sue “cugine” FCL.504 e 403, oltre all’automotrice da pochi mesi recuperata a Catanzaro Lido, l’Emmina M1.37 rimasta in abbandono per 40 anni (parleremo anche di lei) e le due automotrici M2.132R e 142R, accantonate a Cosenza.
Sono perciò 2 anni che i binari silani non sorreggono il peso della possente “tedeschina”, sostituita l’anno scorso dalla locomotiva diesel LM4.606. E’ inutile dire che il paragone assolutamente non regge..
Le notizie, tuttavia, sono confortanti: presso le officine di Cosenza è infatti in via di completamento la revisione della locomotiva, durata ben due anni, con la sostituzione di alcune parti intaccate dai segni del tempo ed una completa riverniciatura. La rimessa in pressione della locomotiva è prevista per metà dicembre, dopodiché verrà sottoposta alle verifiche delle istituzioni competenti per poter tornare, finalmente, a divorare gli stretti binari delle Calabro-Lucane, aspettato le sue “cugine” FCL.504 e 403, oltre all’automotrice da pochi mesi recuperata a Catanzaro Lido, l’Emmina M1.37 rimasta in abbandono per 40 anni (parleremo anche di lei) e le due automotrici M2.132R e 142R, accantonate a Cosenza.
"TRAINANDO” IL TURISMO SILANO
Anche attraverso la FCL.353 passa un grosso spiraglio per il futuro del turismo in Sila e, più in generale, in Calabria: i treni turistici organizzati dalle Ferrovie della Calabria hanno evidenziato l’esistenza di un’enorme attrattiva per i turisti, ogni anno provenienti numerosi da tutta Italia, senza contare la mole di appassionati ferroviari negli anni attratti dal mondo, assolutamente unico sul panorama globale, delle Ferrovie Calabro Lucane.
E’ da tutti auspicato un rinnovato interesse per la ripresa delle attività sulla Cosenza – San Giovanni in Fiore, passante innanzitutto per la risistemazione della linea, attualmente interrotta per frana presso Fondente e in più tratti sommersa dalla vegetazione tra San Nicola Silvana Mansio e San Giovanni in Fiore. Ovviamente, l’esistenza delle rinomatissime località sciistiche è una “marcia in più” per questa ferrovia, che potrà rappresentare in futuro anche una maniera decisamente alternativa per raggiungere da Cosenza e Catanzaro l’altopiano Silano, unendo il piacere di una giornata sulle piste da sci all’assolutamente raro (e romanticissimo) viaggio sul treno a vapore.
Non un treno a vapore qualsiasi.
La 353 immersa nella neve...
Questo bellissimo e completo articolo sulla mitica 353 è tratto dal blog "virgole nelle virgole" ed è consultabile anche al seguente link: http://www.virgolenellevirgole.it/altro/una-tedesca-emigrata-in-calabria/
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