Ma perchè siamo arrivati a questo punto? La risposta è molto semplice: in Italia il 90% delle merci viaggia su gomma, ed in Calabria la quota molto probabilmente sfiora il 100%, vista la recente soppressione dei treni merci per trasporto container e casse mobili da/per il Porto di Gioia Tauro, e l'adiacente scalo intermodale di S.Ferdinando. Sopravvive a stento soltanto la piccola area intermodale di Lamezia Terme Centrale, dove alcuni giorni a settimana termina la corsa un Merci Rapido Speciale dall'Austria per trasporto legname, e saltuariamente viene caricato qualche container di spedizionieri locali su alcuni carri pianali, messi in composizione ad altri merci provenienti dalla Sicilia e diretti al Nord. Per il resto, il nulla totale.
Abbiamo assistito in sequenza, a partire dal 1998, alla chiusura degli scali merci di Siderno, Gioia Tauro, Catanzaro Sala, Vibo Marina, Catanzaro Lido, Villa San Giovanni, Paola, Reggio Calabria Centrale, Rosarno, Sibari, Reggio Calabria Marittima, Crotone e Cosenza. Volutamente non abbiamo considerato le altre decine di stazioni che tra il 1980 ed il 1990 sono state disabilitate al traffico merci a carro o per stabilimenti raccordati, come Soverato (spedizioniere locale), Thurio (azienda agricola), Bagnara (deposito Barilla), San Sostene (carico sabbia quarzifera), Strongoli (centrale a biomasse), Caulonia (spedizioniere nazionale ed internazionale prodotti ortofrutticoli) e tante tante altre...
Un programma studiato a tavolino ormai decenni fa, mirato a trasferire gradualmente tutto il trasporto merci sulla gomma, capeggiata da fortissime lobby e molto spesso anche criminalità organizzata, costringendo autisti e magazzinieri a turni di lavoro schiavizzanti e con livelli di legalità bassissimi. Un intero sistema nazionale svenduto per poche Lire (all'epoca c'erano quelle...) e capeggiato da criminali, a causa di presunti altissimi costi di gestione del trasporto ferroviario e lentezza del servizio. Sicuramente possiamo comprendere che il vecchio sistema "a carro" fosse insostenibile economicamente nel lungo termine: era sicuramente pittoresco ammirare il treno raccoglitore (trainato magari da una sbuffante 740 e da una D345 poi), prelevare e lasciare carri merci (che spesso partivano semi-vuoti o vuoti del tutto!) in praticamente tutte le stazioni. Pittoresco, ma ai fini dell'utilità decisamente dispendioso e poco efficiente.
Riteniamo che un buon equilibrio fosse stato raggiunto a metà degli anni '90, in cui "a macchia di leopardo" erano ancora diffusi numerosi scali merci medio/grandi in tutto il territorio calabrese: in questo post ci dedicheremo agli impianti che sono stati soppressi dal 1995 fino ad oggi sulla Ferrovia Jonica e le trasversali. Nel prossimo appuntamento invece tratteremo della più complessa situazione della Tirrenica, dove il traffico era decisamente più consistente e variegato rispetto alla Jonica. Buona nostalgia...e buona riflessione.
Linea Reggio Calabria Marittima - Metaponto
SCALO MERCI DI REGGIO CALABRIA MARITTIMA:
Raccordato alla stazione omonima, capolinea della breve linea proveniente da Reggio Calabria Lido: si trattava dell'origine della ferrovia Jonica, da sempre classificata come Reggio Calabria Marittima - Metaponto. Negli ultimi anni più volte alla settimana riceveva treni completi per il trasporto dell'acqua minerale Levissima, provenienti da Lecco Maggianico, che venivano manovrati da Reggio Calabria Centrale fino a Marittima dalle D345 Cargo ed a volte anche dalle D445 DTR e Pax. Alla fine del 2007 il servizio è stato soppresso, e dallo scorso giugno la linea è stata definitivamente dismessa. Lo scambio a Reggio Calabria Lido è stato rimosso, mentre sono in corso di smantellamento i binari della stazione Marittima e del relativo scalo merci. Progetto? Costruzione di un mega-parcheggio, giusto per non smentirsi mai.
Questo scalo merci, tra l'altro molto più accessibile rispetto a quello di Reggio Calabria Centrale, sarebbe stato utilissimo alla città dello Stretto per il decongestionamento del traffico: averlo mantenuto avrebbe significato evitare che decine di mezzi pesanti andassero ad intasare le già affollate strade reggine come avviene attualmente. Sarebbero bastati soltanto dei piccoli furgoni per la distribuzione al dettaglio delle merci arrivate in treno. Ecco in che stato si trova attualmente il Magazzino Merci, che era servito da ben 4 binari di scalo, anche a raso, che avrebbero potuto permettere anche il carrellamento stradale dei vagoni merci:
SCALO MERCI DI SIDERNO:
Impianto dalle dimensioni medio/piccole, che comunque rimase attivo almeno fino al 1998 per il trasporto di acqua minerale: più volte alla settimana giungevano due o tre carri chiusi di tipo Gbs o similare, oltre ad altri saltuari trasporti gestiti, tra l'altro, dall'impresa di traslochi ed autotrasporti Catalano, che all'epoca era concessionaria dell'Omniaexpress: lo scalo era dotato di due binari, di cui uno a raso che avrebbe potuto permettere anche il carrellamento stradale dei carri merci. Recentemente il magazzino merci è stato ristrutturato e ceduto definitivamente all'impresa Catalano, che ha ormai abbandonato completamente il trasporto ferroviario.
Era presente anche un piano caricatore "di testa", con un binario che terminava proprio a ridosso del magazzino merci, per il carico/scarico dei carri dalle testate. Nella foto si intravede ancora la saracinesca rialzata. Ad oggi questo impianto poteva servire l'intera città di Siderno ed il comprensorio, con la diffusione locale delle merci giunte via ferrovia.
SCALO MERCI DI CATANZARO LIDO:
E' stato attivissimo fino all'ottobre del 2002, generando addirittura treni completi per trasporto legname in arrivo ed in partenza. Consueta la presenza anche di carri chiusi per trasporto materiali cartacei destinati alle tipografie Abramo, trasporto tabacchi, profilati metallici e spesso erano presenti anche carri cisterna a carrelli, probabilmente per trasporto combustibili. Il carrellamento dei carri merci era all'ordine del giorno, e venivano trasportati fino a Squillace per la consegna del caffè grezzo ed il ritiro di quello confezionato prodotto dalla famosa "Caffè Guglielmo". Negli anni '90 venivano anche carrellati, seppur saltuariamente, vagoni a due assi del raggruppamento Interfrigo, per trasporto di pesce congelato proveniente dai paesi scandinavi e destinati ad un importante deposito posto sempre nei pressi di Squillace. Frequenti anche carri aperti e tramogge per trasporto sabbia/pietrisco ed altri materiali sfusi. In pratica dalla fine degli anni '90 fino alla chiusura, lo scalo merci di Catanzaro Lido era diventato una sorta di centro intermodale. Attualmente il piazzale asfaltato con i due binari è stato "colonizzato" dall'Impresa Francesco Ventura, che ricovera i propri locomotori, carri e macchine da cantiere. Inutile sottolineare l'enorme importanza logistica che avrebbe ancora oggi uno scalo merci abbastanza grande (capienza di circa 20 carri a due assi e 10 a carrelli) come quello di Catanzaro Lido, posto tra l'altro nel centro della città. Potrebbe evitare l'ingresso di mezzi pesanti nel centro cittadino e servire da hub merci per tutto l'hinterland catanzarese.
SCALO MERCI DI CATANZARO SALA:
Importante come e forse anche più di quello di Catanzaro Lido: fino al dicembre del 1998 era sede dell'Omniaexpres/Istituto Nazionale Trasporti. Era intenso il traffico merci, specializzato particolarmente nel collettame di ogni genere. Senza dimenticare i trasporti postali, vista la presenza a poche decine di metri del centro di smistamento delle Poste Italiane. Erano presenti ben 7 binari (uno adiacente al piano caricatore, dal lato del piano dei binari viaggiatori, e 6 a raso divisi in 3 rami da due binari dal lato opposto). Le speranze di rivederlo in funzione sono svanite definitivamente il 15 giugno del 2008, quando venne soppressa l'intera tratta Catanzaro Lido - Settingiano della linea per Lamezia Terme Centrale, sostituita dalla famosa variante che va a pezzi causa cemento depotenziato. Con un minimo di lungimiranza e con meno costi si sarebbe potuta mantenere in servizio la vecchia linea, o per lo meno, se proprio si voleva fare la variante, il tratto Catanzaro Lido - Catanzaro Sala lo si poteva esercitare in regime di raccordo merci, e concentrare al più ampio scalo merci di Catanzaro Sala il traffico che gravitava su Catanzaro Lido. Il centro di Catanzaro sarebbe stato molto più vicino, e con la nuova Statale 106 raccordata poco lontano, sarebbe stato più semplice distribuire su gomma nell'hinterland catanzarese le merci giunte via ferrovia a Catanzaro Sala, vagoni carrellati compresi. Ennesima occasione sprecata:
SCALO MERCI DI CUTRO:
Incredibilmente mentre in tutto il resto della Calabria venivano dismesse decine di scali merci, alla stazione di Cutro se ne costruiva uno nuovo, nonostante fosse presente a pochi chilometri quello di Crotone: com'era prevedibile, infatti, questo piccolo scalo dotato di tre binari non è mai entrato in servizio, e viene utilizzato anche in questo caso dall'impresa Francesco Ventura per ricoverare i propri rotabili. Un atroce esempio di spreco di denaro pubblico, lo stesso denaro che poteva essere investito per mantenere attivi ed anzi potenziare gli altri scali merci, lasciati totalmente alla mercè delle cattive gestioni delle vecchie Ferrovie dello Stato e di Trenitalia Cargo in seguito.
SCALO MERCI DI CROTONE:
Si trattava dell'impianto più esteso ed importante di tutta la Ferrovia Jonica. Dotato di più di quindici binari tra quelli a raso nel piazzale di scalo e quelli di ricovero adiacenti ai binari di servizio viaggiatori, generava un intenso traffico merci. E' da sempre stato specializzato nella composizione di treni completi, dal legname ai prodotti chimici per le industrie locali (Pertusola in primis), fino ai tempi più recenti con i treni completi di barbabietole, gestiti dalla Eurofer e destinati allo zuccherificio di Foggia Incoronata. Venivano utilizzati carri tramoggia a carrelli tipo Talns e similari, trainati da doppie trazioni di D345 e D443 di Taranto, a volte in simmetrica. Le ultime corse sono state effettuate alla fine del 2007, assieme a quelle più rare destinate alla centrale a biomasse di Strongoli, dove era presente un raccordo, recentemente disabilitato al servizio. Questi ultimi treni venivano effettuati con carri aperti Eaos e tipi similari, o con container aperti caricati su carri pianali, e da Crotone venivano inviati a Strongoli con regime di interruzione di servizio. Spesso giungevano carri per trasporto cemento e polveri per edilizia, oltre ad idrocarburi. Era presente ed attivissimo anche il carrellamento dei carri merci, ed ancora oggi sono accantonati i carrelli stradali e le relative rampe.
Attualmente i binari sono tutti presenti, ed in parte occupati da carri accantonati...un simile scalo merci potrebbe decongestionare l'intera area Jonica del crotonese fino alla sibaritide, alle porte di Catanzaro, e nell'entroterra verso San Giovanni in Fiore, consentendo l'arrivo e la formazione di treni completi per i trasporti più vari. Non sarebbe neanche da sottovalutare uno sviluppo del trasporto intermodale su larga scala, o come "retroporto" per Taranto. Nelle foto in basso troviamo uno dei carrelli stradali rimasti ancora sul piazzale dello scalo merci, ormai utilizzato dalle varie imprese di autotrasporto e per ricovero di rotabili. Notiamo in particolare un locomotore tipo Kof, utilizzato fino a qualche anno fa dalla ditta Multitel e recentemente acquistato da Francesco Ventura.
SCALO MERCI DI SIBARI:
Non ha mai generato grandi volumi di traffico, ma è comunque rimasto attivo fino alle porte del 2006, con carri per trasporto legname, che venivano addirittura carrellati per una segheria di S.Marco Roggiano. In seguito alla chiusura di Sibari, i carri venivano inviati e carrellati a Cosenza Vaglio Lise. Un buon numero di carri arrivava e partiva da Sibari quando era ancora attivo il raccordo di Thurio, al servizio di una importante azienda agricola, che tra l'altro aveva anche un locomotore da manovra privato (ancora lo si può intravedere passando in treno, all'interno di una piccola rimessa adiacente ai capannoni dell'azienda). L'utilità di Sibari sarebbe non indifferente, specie per la distribuzione delle merci verso i popolosi centri dell'entroterra e della costa Jonica, anche se sarebbe più auspicabile un ripristino dell'impianto di Policoro - Tursi, che generava molto più traffico di Sibari, addirittura con carico e scarico di container e scalo merci parzialmente elettrificato...ma a Policoro siamo già fuori dalla Calabria!
Queste le nostre modeste idee, "buttate giù" in poco più di un'ora. Non siamo né politici, né esperti in materia, ma semplici appassionati. Com'è possibile che delle persone comuni, con conoscenze amatoriali, si rendano conto di ciò che sarebbe utile allo sviluppo della propria terra, mentre chi di dovere per oltre 40 anni ha applicato e confermato una strategia trasportistica completamente sbagliata, a lungo termine dannosa per il territorio ed anche pericolosa socialmente? Domande che forse rimarranno senza risposta...
Prossimo appuntamento con gli scali merci della Tirrenica: continuate a seguirci!
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