Ma qual'è stata esattamente la "dinamica dei fatti" che ha portato al taglio di questa piccola ma importante rete di ferrovie a scartamento ridotto?
Tutto inizia nel 1997, quando una frana tra Palmi e Seminara porta alla parziale chiusura della Gioia Tauro - Sinopoli: l'unico tratto attivo rimarrà, appunto, quello tra Gioia Tauro e Palmi fino alle porte del 2010. Nessun potenziamento è previsto, e ci si limita al manutenzione minima del disastrato armamento (rotaie da 36 kg/m e traversine in legno), dei rilevati e delle varie opere d'arte. Questo però porterà inesorabilmente ad un costante decadimento dell'infrastruttura, causando rallentamenti ed aumento dei costi di gestione, fino alla totale autosostituzione delle poche corse ancora previste in orario.
Sulla più importante Gioia Tauro - Cinquefrondi il copione purtroppo è stato lo stesso: se si esclude un tentativo di modernizzazione alla fine degli anni '90, con la sostituzione dell'armamento e l'installazione di traversine in cemento in un tratto di linea tra Polistena e Cinquefrondi, anche in questo caso l'intera ferrovia è stata completamente abbandonata a se stessa. Addirittura si trattava dell'ultima linea con impianti di segnalamento, scambi ed alcuni passaggi a livello comandati a filo, che uniti al materiale rotabile composto esclusivamente dalle automotrici Breda M2.200 allo stato originario, davano l'impressione di un non indifferente salto indietro nel tempo! Anche in questo caso però il provvedimento di chiusura da parte dell'USTIF (Ufficio Speciale Trasporti a Impianti Fissi) arrivò a causa delle pessime condizioni dell'armamento in alcuni tratti: emblematiche le curve...che curve non erano più, avendo assunto in prossimità delle giunzioni delle rotaie una forma letteralmente poligonale, che causava spesso degli inquietanti sbandamenti delle automotrici, nonostante le bassissime velocità tenute negli ultimi tempi.
Il 6 giugno 2011 la fine: la sicurezza di viaggiatori e personale non era più garantita sulla Gioia Tauro - Cinquefrondi, ed i treni andavano autosostituiti a partire dal giorno successivo. Immediatamente si sono scatenate numerose proteste dei dipendenti del settore ferroviario di delle Ferrovie della Calabria: addirittura alcuni di essi minacciarono di lanciarsi nel vuoto dal tetto del fabbricato viaggiatori di Gioia Tauro. Per alcuni mesi si andò avanti tra vane promesse (in realtà neanche tante...) e tristi ed inqualificabili commenti del presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, che ancora oggi continua a non smentirsi. Addirittura durante un incontro con il personale arrivò a dire che "lui non è lì per garantire il lavoro sotto casa a nessuno". Peccato però che il taglio di questa ferrovia, che tutto era tranne che un baraccone distributore di stupendi, ha lasciato senza treni una vasta area popolata da circa 60.000 abitanti distribuiti particolarmente nei centri di Cittanova, Taurianova, Polistena, Rizziconi e Cinquefrondi. Senza contare che nonostante i rallentamenti, l'intera tratta veniva percorsa in circa un'ora dai treni, a differenza dei 90 minuti degli autobus! Fino a meno di dieci anni fa invece, quando ancora le condizioni dell'infrastruttura erano discrete, si scendeva addirittura a 45 minuti!
Quarantacinque minuti ulteriormente riducibili con investimenti mirati, fatti di piccole varianti, sostituzione dell'armamento e magari anche materiale rotabile più performante.
A giugno dello scorso anno si stimava che per riaprire nelle stesse condizioni pre-chiusura questa tratta, servissero circa 12 milioni di Euro. Dodici milioni per risistemare alla buona l'armamento esistente, rilevati e mettere in sicurezza alcuni ponti. Siamo certi che oggi, a giugno 2012, ne servano almeno il doppio per effettuare gli stessi lavori, visto e considerato l'alluvionale inverno 2011-2012.
Non sarebbe stato più lungimirante spendere queste cifre per riqualificare negli anni precedenti questa linea, prima dell'ecatombe totale? O forse la volontà politica - e non solo - è stata proprio mirata all'abbandono, per portare appunto alla chiusura della ferrovia? In Calabria, regione notoriamente filo-gomma, ci si può aspettare di tutto...
Un esempio del disinteresse in un eventuale ripristino lo abbiamo avuto lo scorso 29 maggio, in occasione della conferenza Ferrovie in Calabria, presenziata anche dal Ministro della Coesione Territoriale Fabrizio Barca: il sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena, che almeno in teoria dovrebbe conoscere almeno un minimo le infrastrutture ferroviarie della propria provincia, ha affermato infatti che bisognerebbe effettuare degli "studi sull'effettiva domanda di mobilità delle Taurensi, e che forse l'unica di esse che potrebbe essere ripristinata è la Gioia Tauro - Rosarno".
Facendo finta di ignorare lo strafalcione della Gioia Tauro - Rosarno (speriamo sia stato un lapsus e non una reale ignoranza sul tema), non crediamo ci sia bisogno di andare a verificare la domanda sulla Gioia Tauro - Cinquefrondi, visto e considerato che le corse nelle ore di punta venivano effettuate con due automotrici M2.200 ed un rimorchio RA 1000 e nonostante tutto tanti pendolari rimanevano in piedi!
E se l'utenza continuava ad essere sostenuta su una linea malconcia, con velocità medie prossime ai 15 km/h, rotabili poco capienti e senza aria condizionata e frequenze non elevate, quali risultati ci sarebbero stati con la velocizzazione della tratta, cadenzamento semi-orario ed automotrici più moderne, magari analoghe ai DE M4c 500 della Stadler in servizio a Catanzaro e Cosenza?
Risultati da metropolitana di superficie di tutto rispetto, una metropolitana che la Piana di Gioia Tauro meriterebbe a pieni voti, senza contare la non indifferente utilità ai fini turistici che avrebbe una simile linea ferroviaria.
Senza dimenticare l'antico progetto, che oggi avrebbe un'utilità ancora maggiore, di creare un anello tra la Gioia Tauro - Cinquefrondi e la Gioia Tauro - Sinopoli, costruendo un nuovo tratto di ferrovia tra Sinopoli e Taurianova che servirebbe i centri di Oppido Mamertina e Varapodio: ne abbiamo parlato l'anno scorso in questo post.
Purtroppo oggi l'unica certezza che abbiamo è quella del menefreghismo della classe politica locale, provinciale e regionale...e dello smontaggio dei passaggi a livello, in corso su tutta la tratta. Un brutto segnale...
La M2 211 immortalata in uno scenario da plastico, mentre scende da Cinquefrondi a Gioia Tauro, sul viadotto di San Giorgio Morgeto.
Direttamente dalla nostra pagina sulle mappe interattive, ecco i tracciati delle linee Gioia Tauro - Cinquefrondi e Gioia Tauro - Palmi:
Chiudiamo il post con un ultimo bellissimo video, risalente al 2003. Da notare la M2.212 ancora in livrea originale FCL grigio perla e verde magnolia, seppur parzialmente graffitata. E' stata l'ultima automotrice della serie a vestire questa elegantissima coloritura.
Per saperne di più sulla storia e le curiosità della Gioia Tauro - Cinquefrondi e ripercorrerla "virtualmente", consigliamo la lettura di questo post pubblicato su Ferrovie in Calabria in Viaggio: "In the middle of nowhere was a local train" (pt.1)
4 commenti:
Assurdo veramante assurdo è passato già un anno e non si è fatto nulla solo proclami politici,la verità è che se avrebbero investito quando c'erano i soldi non saremmo arrivati a questo punto. bisogna agire o l'infrastruttura già fortemente provata e nel più totale abbandono sarà veramente in recuperabile
Purtroppo la riapertura può passare unicamente da un'investimento serio sull'ammodernamento dell'infrastruttura....e purtroppo non sono tempi facili...
Ma la cosa che fa più rabbia è che si sarebbe potuto investire negli anni scorsi, come scritto nel post, spendendo sicuramente meno di quanto andrebbe speso oggi! Per questo mi viene da pensare che sia stata tutta una strategia di abbandono ben ragionata! :(
concordo con admin,adesso almeno si può puntare ad un recupero su palmi con una spesa accessibile avendo già del materiale pronto e magari aggiungendo 1milione si posono fare ulteriori interventi sui pl e armamento
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