Unica voce nel silenzio, come sempre, quella dell'Associazione Italia Nostra di Crotone, con a capo Teresa Liguori, organizzatrice di un convegno a proposito del diritto alla mobilità, lo scorso 13 luglio. Nella stessa giornata è stato inaugurato anche il piccolo giardino della stazione ferroviaria, ripulito per l'occasione, che simbolicamente doveva rappresentare un punto di ripartenza per il trasporto su rotaia sulla fascia Jonica. Non è stato purtroppo così, non si è ancora forse toccato il fondo.
Questo è il comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi dall'associazione:
"Oltre al danno, l’ennesima beffa di Trenitalia nei confronti della rete ferroviaria jonica calabrese: l’azienda sta portando a compimento il suo ben preciso disegno di lenta e completa dismissione della linea, considerata “ramo secco”.Dopo la riduzione delle corse dei treni, ridotte ad un numero esiguo, la chiusura della biglietteria, con l’avviso di trasferimento di 14 lavoratori in altra sede, la rete ferroviaria crotonese sta arrivando purtroppo al capolinea.>Queste decisioni, calate dall’alto e non sufficientemente contrastate dal governo centrale e da quello regionale, confermano quanta scarsa attenzione si ponga (da anni ormai) alle esigenze di un territorio quanto mai penalizzato per gravi carenze di infrastrutture non solo ferroviarie, ma anche stradali, portuali ed aeroportuali.Davanti a tali inaccettabili provvedimenti, Italia Nostra auspica che le Amministrazioni provinciale e comunale, oltre che i rappresentanti del parlamento e della Regione, sapranno reagire con la dovuta fermezza, respingendo l’ ennesimo gravissimo danno al territorio crotonese.L’associazione, che organizza da tempo iniziative finalizzate a sensibilizzare i cittadini alla fruizione ed alla riscoperta delle linee ferroviarie joniche, dal passato glorioso, auspica altresì ci sia nei prossimi giorni una forte mobilitazione civica a difesa del trasporto ferrato, del diritto al lavoro e del diritto alla mobilità, entrambi garantiti dalla Costituzione italiana."
Ma il problema del taglio della biglietteria di Crotone, che come risaputo possiede uno dei maggiori fatturati di tutta la regione nonostante il taglio dei treni a lunga percorrenza, deve far preoccupare anche gli altri centri Jonici e non solo, che ancora possiedono la rivendita dei biglietti Regionali e Lunga Percorrenza. Ci riferiamo a Cariati, Roccella Jonica, Scalea e Soverato: si tratta di impianti che difficilmente raggiungono le quote di vendita di Crotone, e quindi molto probabilmente saranno anch'esse a rischio chiusura! Una vera e propria ecatombe, che lascerebbe attive solo le biglietterie di Reggio Calabria Centrale, Villa San Giovanni, Catanzaro Lido, Lamezia Terme Centrale, Paola, Cosenza (o Castiglione Cosentino?) e forse Rosarno.
Sì, ci siamo ormai abituati: è da ormai dieci anni che in Calabria si persegue una politica di tagli senza fine, un po' per responsabilità di Trenitalia e decisamente un po' di più per responsabilità delle varie amministrazioni regionali, provinciali e locali susseguitesi in questi anni. Quello che però rimane inaccettabile ed incomprensibile, è il totale silenzio e menefreghismo delle popolazioni locali. In Calabria si vive ormai d'inedia, in preda alla rassegnazione ed alla convinzione nulla potrà mai cambiare (e non solo in campo ferroviario), ed il massimo che può accadere è qualche inutile e stupida protesta contro il personale ferroviario, che ovviamente colpa non ne ha. Dov'erano le popolazioni locali durante la manifestazioni contro l'eliminazione dei treni a lunga percorrenza? Ed in particolare, dov'erano i cittadini e la maggior parte della amministrazioni comunali Joniche, quando l'ultimo treno a lunga percorrenza, l'InterCity Notte 787, percorreva per l'ultima volta la nostra ferrovia da Taranto a Reggio Calabria Centrale, il 12 dicembre 2011? Dov'erano sindaci e cittadini, quando il 26 novembre 2011 si protestava a Catanzaro, per cercare di evitare un'ecatombe? Domande che rimarranno senza risposta, e che probabilmente rimarranno ancora una volta senza risposta quando e se arriverà la chiusura totale - o quasi - della ferrovia Jonica, cosa che speriamo non avvenga mai. Sicuramente ha contato molto la subdola strategia di tagliare un po' per volta, abituando lentamente le popolazioni locali alla riduzione dei servizi. E' chiaro che dieci anni fa un taglio improvviso di tutti i treni a lunga percorrenza (che erano più di dieci!), avrebbe scatenato rivolte sociali o quasi.
Noi intanto diamo ancora una volta l'allarme, come abbiamo fatto tante volte in questi quasi sei anni di attività di Ferrovie in Calabria: la Jonica è altamente a rischio, a causa degli altissimi costi di gestione del servizio ferroviario Regionale, già ridotto ai minimi termini. La Regione Calabria, a quanto pare, ha enormi difficoltà nel reperire fondi da destinare al mantenimento dei treni sulla Sibari - Melito di Porto Salvo (e le cause sono ormai ben note). Inoltre il materiale rotabile obsoleto sta creando gravi problemi di reperibilità di pezzi di ricambio, costringendo numerosi rotabili a soste forzate, riducendo così la possibilità non di incrementare, ma addirittura di mantenere i collegamenti già esistenti! Ma del resto, con un parco composto esclusivamente da automotrici ALn668 che ormai tendono a superare i trent'anni di servizio, non si può pretendere altro. Per non parlare dei locomotori D445, con abnormi consumi di gasolio (addirittura picchi di 4 litri per chilometro!), insostenibili in questi periodi di crisi economica ed in parte anche energetica. Le uniche soluzioni per salvare la linea sarebbero due:
- Elettrificazione totale da Melito a Sibari con trasversale Catanzaro Lido - Lamezia
- Acquisto di nuovi complessi diesel
Attualmente si sta discutendo molto a proposito dell'elettrificazione, che però non dovrebbe riguardare l'intera linea a causa della scarsità di fondi: si parla della Lamezia Terme Centrale - Catanzaro Lido, con prolungamento su Crotone. Si arriva comunque in ritardo, come sempre: questi lavori andavano effettuati non oggi, ma più di 20 anni fa. Basti fare l'esempio della ferrovia Metaponto - Potenza - Battipaglia, elettrificata e rettificata dal 1986 al 1993: su questa linea, comunque sottoutilizzata, oggi circolano treni Regionali in trazione elettrica ed InterCity, ed i rischi di chiusura son ben lontani. Se l'elettrificazione non fosse avvenuta, siamo sicuri che ancora oggi sarebbe attiva questa linea, o comunque con un livello di servizio accettabile? Probabilmente no, e si troverebbe nella stessa condizione della moribonda Jonica, che allo stato attuale beneficerebbe più dell'acquisto di nuovo materiale rotabile diesel, piuttosto che di una mezza elettrificazione che potrebbe salvare dalla chiusura solo una parte di essa.
In questo post che è un po' uno sfogo, l'appello l'abbiamo lanciato: ora tocca alla politica ed alle popolazioni saperlo cogliere...tutto l'appoggio possibile da parte nostra e di chi la pensa come noi non mancherà di certo. Ci speriamo poco, ma continuiamo a farlo.
L'ALn668 1072 giunta da Catanzaro Lido, in sosta nella ormai desolata stazione di Crotone.
17 commenti:
di questo passo, tra biglietterie chiuse treni sempre più assenti si rischia la chiusura,come in piemonte dove sono state chiuse dal mese di giugno 11 linee!!!
E' un rischio concreto purtroppo...ma lo capissero tutti i vari politicanti di turno e soprattutto i "votanti". Mah...
CIAO ADMIN CI RISIAMO, E LA STORIA CONTINUA, MA AL SOLITO TUTTI ZITTI.
UN SALUTO PASQUALE
almeno istituissero collegamenti nazionali tanto la gente non manca
Vabbè, che la Regione non si lamenti per la chiusura delle biglietterie è "normale", visto che a quanto ho capito è il "contratto di servizio" (quando c'è) tra Regione e Direzione Regionale di Trenitalia a stabilire, tra le altre cose, il numero di biglietterie da mantenere aperte. In poche parole, la Regione non si può lamentare di un taglio che effettua lei stessa. Per quello che so io, al momento, i trasferimenti già effettivi a Crotone sono quelli del personale della Passeggeri (e quindi della lunga percorrenza). E alla fine, forse, è anche "giusto" che sia così(?).
Anch'io, ovviamente, sono per le elettrificazioni. Però faccio osservare una cosa: la tratta Melito di Porto Salvo / Rosarno è tutta elettrificata ed a doppio binario da un paio di anni, ma che treni la coprono ? Le care Aln 668, con corse che saltano per indisponibilità del materiale, treni espletati con una sola automotrice isolata e 200 persone a bordo, ecc... Sono pochissime le corse effettuate con le Ale 582 ex DTR Sicilia (grazie all'arrivo nell'isola dei vecchi convogli del Leonardo Express sostituiti a Roma dai nuovi Minuetto) e qualche Ale 803 superstite (1 o 2). Ogni tanto c'è una corsa con alcune piano ribassato (anch'esse nuovissime e senza climatizzazione) trainate da una E 464 che normalmente impiegata sulla Reggio / Paola. Il problema è globale: o si investe sul settore, finendo di foraggiare le autolinee (ecco dove trovare i soldi !!!) o si rischia di chiudere. Se domani elettrificassero la jonica e la Lamezia / Catanzaro (cosa che credo ottima) con quali treni le coprirebbero ?
Ecco il fulcro del problema, bravo Giorgio...c'è da dire però che intanto a quanto ho potuto vedere c'è una gestione del materiale abbastanza "etero", cioè che non vi è una netta separazione tra il materiale destinato ai servizi locali e a quelli regionali a media percorrenza, e credo che già impostando per benino i turni in tal senso qualcosa di buono si può ottenere. Poi pare (e sottolineo pare) che ancora non si sia completato del tutto il trasferimento delle ALe582 e delle carrozze X-IR dalla Sicilia, anche se queste ultime ovviamente andranno a rimpiazzare le X "normali" che a dicembre per forza di cose scompariranno, quindi una qualche speranza di avere materiale in più specie in TE per dare respiro alle 668 credo ci sia..
Non solo.. in più l'elettrificazione potrebbe anche semplificare la questione dei treni a lunga percorrenza, perché di sicuro è più facile effettuare un treno con materiale elettrico piuttosto che diesel, sia per i costi sia per l'eventuale cambio di locomotore.
Certo, per come sono strutturate la jonica e le sue trasversali resta comunque il problema delle inversioni, ma chissà che un giorno non ci si convinca ad utilizzare a pieno regime anche sulla lunga percorrenza vetture pilota..
Le carrozze UIC-Z pilota erano nate proprio per questo infatti...XD peccato che ormai siano destinate esclusivamente alle Frecce Bianche...
A proposito della questione del materiale rotabile: io proprio per questo pensavo che quei "pochi" soldi destinati alla parziale elettrificazione della Jonica (ammesso che esistano davvero, visto che ormai non credo più a niente), sarebbe stato meglio utilizzarli per acquistare materiale rotabile decente, possibilmente diesel, in modo da supportare le ALn668. Già con 5 Minuetti diesel o altro materiale simile, si risolverebbero un bel po' di problemi!
Non so però se effettivamente l'aumento di materiale rotabile TE ci sarà, perchè comunque le ultime ALe803 circolanti sono agli sgoccioli, così come anche le X DTR "normali" come diceva Vittorio. Se le ALe582 andranno a coprire i buchi lasciati dalle 803 e le X IR i buchi delle X "normali", temo che cambierà molto poco, se non la qualità dei rotabili. Almeno quello...
Ma la biglietteria di Crotone è della pax? Si spiegherebbe così la sua chiusura e il mantenimento (al momento) delle altre minori.
Non saprei precisamente!! Al momento tutte le biglietterie calabresi emettono biglietti sia Pax che DTR, ma non so a livello di "gestione" come sia organizzato il tutto...
non sono daccordo sull'elettrificazione di 200 km tout court se poi crcolano materiali diesel...
invece sono daccordo con quelli che dicono che è meglio investire su minuetti o stadler GTW.
pensate che anche in trentino volevano elettrificare una linea e poi hanno visto la scarsità di soldi e hanno potenziato (aggungando i treni) mi sembra sulla merano-malles (da TI chiusa) con non pochi treni che vi circolano
Ogni tanto te ne esci, caro GTbg, sempre con le stesse argomentazioni e con la stessa cadenza ti si deve ripetere che la Merano-Malles è una linea tronca, di interesse prettamente locale (od al massimo regionale), mentre qui si sta parlando di una potenziale direttrice, che con l'elettrificazione potrebbe avere un'enorme spinta in più specie sul traffico a lunga percorrenza. Ed è ovvio che poi il discorso elettrificazione deve essere accompagnato dall'acquisto di materiale elettrico, sennò grazie al piffero che non conviene per niente elettrificare. Il problema è che adesso non solo non ci sono soldi nè per una e nè per l'altra soluzione, ma non ci sono praticamente soldi per mantenere l'esercizio attuale.
Anche in Liguria la situazione non e' delle più rosee...comunque forse elettrificare e' bene se poi circola materiale elettrico e non come in Piemonte dove circolava materiale diesel, a questo punto l investimento non serve a nulla...
Complimenti a voi tutti x il bellussimo forum
A.g. Genova
Grazie per i complimenti!!!!!!! :D
Purtroppo da noi non è molto diversa la situazione, su linee in trazione elettrica come la tratta metropolitana Melito - Rosarno, la Rosarno - Lamezia via Tropea, la Cosenza - Sibari e la Sibari - Taranto, a livello di traffico Regionale circola quasi esclusivamente materiale rotabile diesel (e cioè ALn668). Per questo, infatti, elettrificare la Jonica senza acquistare nuovo materiale, avrebbe decisamente poco senso! Certo sarebbe già un passo avanti in positivo, non si può negare, ma il passo lo si poteva fare già negli anni scorsi acquistando nuovi rotabili diesel (Minuetti, GTW Stadler o altro).
Un saluto alla bellissima Liguria!!! ;)
Sono pugliese con parenti in Calabria e alla notizia della chiusura della stazione di Crotone sono rimasto raggelato...nn solo per viaggiare da Lecce a Crotone occoreva una giornata intera, ora anche la ciliegina sulla torta...ma questo fa parte ormai del triste declino a abbandono di quella parte di Calabria tanto bella tanto depressa. MA la cosa che mi meraviglia di più è la poca attenzione della gente in quella zona, per trovare la notizia su internet ci ho dovuto mettere un po..come ogni cosa che riguardi questa regione,ma soprattutto mi rattrista la poca reazione della gente, forse ormai rassegnata all'andazzo. SPERO DI SBAGLIARE DICENDO QUESTO,perchè magari sono un osservatore da un pinto troppo lontano.
Marco Marrazo lecce
Purtroppo in parte è vero, caro Marco...c'è una fortissima rassegnazione, ma c'è anche da dire che è stato utilizzato un sistema di "morte lenta", iniziato nel 2003 e che spero si sia concluso...si è iniziato a tagliare lentamente, un treno alla volta, una stazione alla volta, in modo da far abituare le popolazioni locali all'abbandono del trasporto su ferro, facendole in un certo senso "adattare" a questa situazione! Ed è anche per questo motivo se ad oggi regna, purtroppo, l'indifferenza quasi totale. Però tengo a sottolineare il QUASI, perchè finalmente qualcosa si sta muovendo...e speriamo che porti a buoni risultati!
Ciao!
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