In questi ultimi giorni le attenzioni degli ambienti giornalistici calabresi (e non solo...), delle istituzioni e delle associazioni, sono indubbiamente focalizzate sulla vergognosa gestione dell'InterCity 562/559 Reggio Calabria Centrale - Taranto via Jonica, che sta diventando ormai un caso nazionale...e meta di giornalisti di praticamente tutte le tv e quotidiani. Un po' di merito per l'esplosione di questa "bomba ferroviaria" probabilmente ce l'abbiamo anche noi di Ferrovie in Calabria, grazie alla diffusione on-line della nostra lettera aperta, alla quale è stato addirittura dedicato un articolo firmato dal famoso giornalista Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera. Torneremo nei prossimi giorni sulla questione, con importanti novità: in questo post vogliamo dare invece un po' più di visibilità all'altrettanto grave situazione in cui versa il trasporto metropolitano e suburbano dell'area di Reggio Calabria. Ci chiediamo come mai, al momento, se ne sia ancora discusso poco e niente: dall'1 gennaio 2014 la convenzione "Trebus" non è più attiva. Si trattava dell'ultimo esempio di integrazione tra aziende e vettori di trasporto in Calabria, ed in particolare, attraverso varie tipologie di biglietto unico che riassumeremo tra qualche rigo, era possibile viaggiare liberamente sui treni di Trenitalia e sui bus di ATAM, sia all'interno del comune di Reggio Calabria, che nelle relative aree extraurbane limitrofe (l'estensione "ferroviaria" del consorzio Trebus era compresa tra Rosarno e Melito di Porto Salvo, esattamente l'area del servizio metropolitano su rotaia dell'hinterland reggino).
In particolare, ricordiamo che fino al 31 dicembre 2013, erano in vigore le seguenti tariffe e tipologia di titolo di viaggio, e relativi abbonamenti:
- Biglietto "UNICO" urbano, durata 75 minuti, utilizzabile indifferentemente su treni ed autobus nell'area compresa tra Catona e Bocale. Costo di 1 €.
-Biglietto "UNICO" urbano giornaliero (ottimo specie per i turisti!), che con soli 3 €, permetteva di spostarsi liberamente nell'area urbana (Catona - Bocale) sia in treno che in autobus, per l'intera giornata dalla timbratura.
-Biglietto Extraurbano, che permetteva di viaggiare in treno (Est. 1-7) o con bus extraurbano ATAM (Est. A-D) da o per una delle relazioni indicate (Est.) o consentiva inoltre lo spostamento per 75 minuti (dall'orario di convalida sulla tratta urbana) all'interno della zona urbana indifferentemente con treno o com bus ATAM. Le tariffe variavano da 1,35 € a 3,40 €.
Purtroppo la soppressione delle tariffe integrate, non ha portato soltanto un aumento di difficoltà pratiche per l'utente, in quanto si rende necessario l'acquisto di due titoli di viaggio separati, ma ha portato, ovviamente, anche ad un consistente aumento delle spese! Facciamo infatti notare che il biglietto urbano ATAM passa da 1,00€ ad 1,30€, mentre quello ferroviario segue, anche in ambito urbano, le tariffe chilometriche di Trenitalia, che già fino allo scorso anno erano maggiori rispetto a quelle di un biglietto integrato. Più di tanti giri di parole, valgono i numeri: per spostarsi, per esempio, da Reggio Calabria Pellaro ad un qualunque punto di Reggio Calabria non raggiunto dalla ferrovia, servendosi quindi di treno+autobus, si arrivano a spendere ben 3,10 €, a differenza di 1 € pre-scissione di Trebus! Si tratta quindi di un aumento del 210%, decisamente gravoso per le tasche dell'utente abituale...senza dimenticare che, tariffe a parte, si scoraggia anche l'utilizzo saltuario della modalità treno+bus, per le ovvie complicatezze nell'acquisto di due titoli di viaggio separati, rischiando magari di perdere una coincidenza stretta tra treno e bus e vv...
Non è decisamente un modo di gestione ottimale del trasporto pubblico in una città già di per sé congestionata come Reggio Calabria e riteniamo che una diversa via la si sarebbe potuta cercare: aumentando le tariffe si spera sì di far aumentare gli introiti, ma a nostro parere così non sarà, perchè l'unico risultato che prevediamo, è quello di far letteralmente scappare a gambe levate l'utente... che si sposterà al mezzo privato, sia per motivi di maggiore semplicità e sia perché, a questo punto, si "rischia" addirittura di spendere di meno in auto, specialmente in caso di divisione delle spese del carburante tra più persone.
Era davvero impossibile mantenere in vigore l'integrazione tariffaria, adeguando soltanto le tariffe? Riteniamo che in ambito urbano un aumento fino ad 1,50 € del biglietto integrato treno-bus (che ribadiamo, costava fino al 31/12/2013 soltanto 1 €), avrebbe sicuramente avuto effetti meno deleteri rispetto alla vera e propria "frustata" attuale!
L'Associazione Ferrovie in Calabria lancia l'appello al nostro Assessorato ai Trasporti, ed in particolare alla popolazione reggina: tornare all'integrazione è necessario, per evitare di accanirsi su una società già martoriata dalla crisi economica e dalle difficoltà di mobilità.
Ma questo è un appello anche per le città di Cosenza e Catanzaro: nella prima, come in tanti ricorderanno, il biglietto integrato "BinBus"... ha praticamente perso il "Bin", poiché il settore ferroviario delle Ferrovie della Calabria sono ormai uscite dal consorzio dal 2012, così come anni prima aveva già fatto Trenitalia. Entrambe le aziende di trasporto consentivano l'utilizzo dei propri treni con biglietto integrato ferro+gomma, sia per spostamenti urbani nelle tratte Cosenza Vaglio Lise - Cosenza Casali per le FC, e Cosenza Vaglio Lise - Castiglione Cosentino per l'azienda ferroviaria statale, che extraurbani, provenendo dal resto della provincia. Ad oggi nel consorzio BinBus resiste solo il gommato, con AMACO (autobus urbani di Cosenza), Consorzio Autolinee settore autoservizi delle Ferrovie della Calabria. Un enorme danno, che ormai passa inosservato causa "assuefazione", per la più grande città universitaria (e non solo) della Calabria.
Ben altra storia a Catanzaro, dove l'integrazione ferro+gomma praticamente...non è mai esistita. L'unica integrazione del capoluogo fu, per qualche anno, quella tra i mezzi dell'Amc (l'azienda della mobilità urbana di Catanzaro) e la funicolare, ovviamente anche questa soppressa già da diversi anni. Ad oggi, per spostarsi in ambito urbano nel Capoluogo di regione, ci si può servire delle Ferrovie della Calabria (servizio ferroviario tra Catanzaro Lido e Catanzaro Città e funicolare Catanzaro Sala - Piazza Roma) e dell'Amc. Paradossalmente, un "terzo" vettore è rappresentato dalle aziende private di trasporto su gomma extraurbano... che effettuano una sorta di servizio metropolitano tra Catanzaro Lido e Catanzaro Città, giusto per incrementare la confusione e la dispersione di risorse economiche che dovrebbero rimanere nell'ambito di aziende preposte al servizio urbano.
Ma, se Cosenza è la maggiore città universitaria della Calabria... Catanzaro è probabilmente la prima per intasamento del traffico, scarsità di parcheggi e difficoltà di spostamento con il mezzo privato. Una convenzione (dopo Trebus e BinBus...manca FerBus!) tra le Ferrovie della Calabria e l'Amc (e magari anche Trenitalia, per gli spostamenti in treno tra Catanzaro Lido e la nuova stazione di Catanzaro, sulla linea per Lamezia Terme Centrale), per un biglietto ed una tariffa unica, sarebbe quindi assolutamente necessaria, indubbiamente con un aumento delle tariffe, ma che sarebbe però compensato da una semplificazione degli spostamenti attraverso il mezzo pubblico.
Sicuramente non basta un semplice articolo ed uno schiocco di dita per realizzare tutti questi "piccoli" sogni, in quanto vanno ovviamente prese in considerazione anche le singole situazioni economiche e di ordinamento delle varie aziende che dovrebbero essere coinvolte in questi consorzi. Quel che è certo, è che fuori dalla Calabria le integrazioni, nonostante la crisi economica, non sono un'utopia: nella nostra terra al momento ci troviamo, purtroppo, al "game over"...
Catanzaro: la M4c 353 è appena partita dalla fermata di Dulcino, alla volta di Catanzaro Città. Nel Capoluogo, l'integrazione tra FC ed AMC non è invece mai esistita... |
Nessun commento:
Posta un commento