E' trascorso quasi un mese dalla pubblicazione della prima parte della nostra trattazione, in verità non completamente ferroviaria: ovviamente non ci siamo dimenticati della parte più importante ed interessante per i lettori di Ferrovie in Calabria, e cioè il trasporto via ferrovia della spazzatura!
Nel precedente post avevamo pubblicato una semplice cartina, che riproponiamo in basso, dove erano stati individuati quattro centri di raccolta rifiuti, siti in posizione territoriale strategica all'interno della Calabria: da lì i carri merci caricati, raggiungerebbero l'ipotetico centro di trasformazione di Saline Joniche, da ricavarsi all'interno dell'area dell'ex Liquichimica.
Fondamentale sarebbe in questo caso l'ottimizzazione delle tracce orarie, in modo da poter effettuare meno collegamenti "singoli", e riunire i carri merci provenienti dalle varie aree in non più di due treni. Come avevamo anticipato nella prima parte dell'articolo, considerando la quantità di immondizia prodotta in Calabria (esclusivamente per quanto riguarda la frazione umida, che nel nostro caso è quella utilizzata per la trasformazione in fertilizzante e biogas), dai quattro centri di raccolta (Crotone, Cosenza, Lamezia Terme Centrale e San Ferdinando) verrebbero generati circa 9 o 10 container da 40 piedi, da caricare singolarmente su altrettanti carri pianali a carrelli tipo Rgs, Sdgmnss e simili.
Carri Sggmrrs con carico di container da 40' a Lamezia Terme Centrale. |
Facciamo notare, ovviamente, che si tratta di un numero assolutamente empirico: abbiamo infatti diviso equamente per le quattro aree, l'intero prodotto di spazzatura "umida" calabrese, di per sè già abbastanza vago, purtroppo, e l'abbiamo "automaticamente" sistemato all'interno dei nostri container. Non bisogna infatti dare per scontato che l'area di Cosenza, per esempio, produca la stessa quantità di spazzatura di quella crotonese o taurense/basso Jonio! San Ferdinando potrebbe quindi generare 5 o 6 carri, a differenza di Cosenza che magari potrebbe generarne anche 11, senza dimenticare, ovviamente, la frequenza di invio dei treni, che in caso di necessità (a causa, per esempio, di un non raggiungimento di un numero adeguato di vagoni) potrebbe anche non essere giornaliera.
Consideriamo però, ipoteticamente, una frequenza quotidiana dei convogli, anche per semplicità nella comprensione del sistema, con unico stop di domenica: sempre per motivi di semplicità, assegneremo ai treni (classificati Interzona, collegamenti senza fermate intermedie fra le zone di manovra impostati a 90-100 km/h), delle semplici numerazioni arbitrarie.
-Merci Interzona "01" Crotone - Lamezia Terme Centrale
-Merci Interzona "03" Lamezia Terme Centrale - Saline Joniche
-Merci Interzona "02" Saline Joniche - Lamezia Terme Centrale
-Merci Interzona "04" Lamezia Terme Centrale - Crotone
In questo caso i due treni sarebbero tra di loro "complementari": in senso nord-sud, infatti, il convoglio carico di spazzatura proveniente da Crotone (Merci Interzona 01) arriverebbe a Lamezia Terme Centrale da Crotone in trazione diesel (locomotiva D445 o D345). Qui avverrebbe la fusione con i carri generati da Lamezia Terme, e si proseguirebbe quindi in trazione elettrica fino a Saline Joniche, con il Merci Interzona 03. Stesso sistema in senso opposto con i carri vuoti: a Lamezia Terme Centrale il treno Merci Interzona 02 termina la corsa, e da esso vengono scissi i carri destinati a Crotone, che proseguono verso lo Jonio in trazione diesel con il MI 04. Un'eventuale elettrificazione della tratta Jonica, o per lo meno della Lamezia Terme Centrale - Catanzaro Lido - Crotone, consentirebbe il risparmio di un locomotore e l'utilizzo esclusivo della trazione elettrica. Se attualmente è infatti necessario l'utilizzo di una macchina diesel da Crotone a Lamezia e poi di una elettrica da Lamezia a Saline, a meno che non si voglia percorrere l'intero tratto Crotone - Saline...a gasolio, con la messa sotto tensione della Jonica, o al più del solo tratto interessato dal servizio descritto, basterebbe semplicemente utilizzare una sola locomotiva elettrica, che a Lamezia effettuerebbe le necessarie manovre di composizione e scomposizione, supportata magari da una macchina da manovra per lo spostamento dei carri dall'area interportuale (non elettrificata) ai binari di stazione e viceversa.
Ben più grande (e per fortuna ancora discretamente utilizzato) lo scalo intermodale di Lamezia Terme Centrale. Disponibili tre binari di carico/scarico, di cui uno completamente a raso. |
Lo stesso concetto di risparmio tracce, vale anche per i treni da/per Cosenza e San Ferdinando:
-Merci Interzona "05" Cosenza - San Ferdinando
-Merci Interzona "07" San Ferdinando - Saline Joniche
-Merci Interzona "06" Saline Joniche - San Ferdinando
-Merci Interzona "08" San Ferdinando - Cosenza
In questo caso calza a pennello la presenza dello scalo intermodale di San Ferdinando/Porto di Gioia Tauro, in verità attualmente in condizioni a dir poco disastrose e praticamente inutilizzato: l'Interzona 05 proveniente da Cosenza, infatti, manovrerebbe all'interno dello scalo taurense, prelevando i carri carichi generati sul posto, ed aggregandoli a quelli provenienti da Cosenza, proseguendo su Saline Joniche...e viceversa con quelli vuoti. In questo caso basterebbe un solo locomotore elettrico per la trazione da Cosenza a Saline J, con supporto di locomotiva da manovra a San Ferdinando. Non bisogna dimenticare, inoltre, che l'aver scelto lo scalo di San Ferdinando, potrebbe anche rivelarsi utile per un eventuale trasbordo nave-treno, con rifiuti provenienti anche da altre località italiane...o per assurdo, addirittura estere.
Sicuramente potrebbero essere prese in considerazione anche altre opzioni, come ad esempio la fusione dei carri di Lamezia Terme con quelli di San Ferdinando in quest'ultimo scalo, e quelli di Cosenza con quelli di Crotone a Lamezia Terme, con diverse cadenze settimanali in base alle necessità, ed alle reali quantità di spazzatura caricate sui treni. O addirittura, si potrebbe istituire un ulteriore hub di raccolta a Sibari: in tal modo il treno proveniente da Crotone non percorrerebbe più l'itinerario via Catanzaro Lido/Lamezia, ma preleverebbe i carri della sibaritide, effettuerebbe il cambio del locomotore dal diesel all'elettrico, e raggiungerebbe Saline Joniche percorrendo in trazione elettrica la tratta Sibari - Cosenza (dove verrebbero accodati i carri dell'hinterland cosentino) - Paola - Lamezia Terme.
Cosenza: ben quattro binari...e mezzo, utilizzabili per il carico/scarico dei container. Presente un ampio spazio per manovra autocarri e deposito contenitori. |
Una simile iniziativa riuscirebbe così a rivalutare in un colpo solo tutti gli scali merci calabresi, ovviamente quelli di discreta importanza strategica e di costruzione relativamente recente, oggi tutti dismessi ad eccezione di Lamezia Terme Centrale, che in ogni caso risulta assolutamente sottoutilizzato. Gli impianti ferroviari, inoltre, potrebbero tornare ulteriormente utili in un'ottica di sfruttamento del trasporto su ferro anche del prodotto finito, vale a dire principalmente concime (per il biogas la questione trasportistica potrebbe complicarsi ulteriormente): ogni qual volta si rendesse necessario, a seguito di richieste dei grossisti, ai treni di ritorno da Saline, che trasportano i container vuoti, potrebbero essere accodati dei carri chiusi tipo H a pareti scorrevoli ed alta capacità di carico, per la consegna del fertilizzante già confezionato. Giunto a San Ferdinando, Lamezia Terme, Cosenza e Crotone, verrebbe poi distribuito al dettaglio, nell'hinterland, via gomma...con un percorso inverso a quello della spazzatura! Nulla vieta, tra l'altro, di sganciare parte dei carri chiusi a Villa San Giovanni, ed accodarli (nei limiti del possibile, vista la ormai quasi totale chiusura di Trenitalia ed RFI nell'effettuare manovre di composizione/scomposizione di treni completi) ai treni merci attualmente esistenti, provenienti dalla Sicilia e diretti nel resto d'Italia, in caso di...successo commerciale "extra-regionale", del concime made in Calabria.
Una nota: ricordiamo che per quanto riguarda il reggino, il trasporto della spazzatura verso Saline Joniche, dovrebbe avvenire via gomma, vista l'area geograficamente ristretta e le relativamente brevi distanze dall'impianto di trasformazione.
Arriviamo così all'opera più importante e costosa...e cioè l'impianto di Saline! Non vogliamo (nè possiamo, ovviamente, in quanto non di nostra competenza), approfondire sulle caratteristiche dello stabilimento in sè: ci limitiamo quindi ad un semplice schema di massima del raccordo ferroviario che si renderebbe necessario per l'inoltro dei carri merci all'interno dell'industria:
Il viadotto proseguirebbe in lenta discesa, in modo da raggiungere il livello attuale del terreno sul quale è posta la ex-Liquichimica, e dove sorgerebbe il nuovo impianto di trasformazione. |
Tante belle idee, sicuramente: ci prendiamo però la responsabilità di aver proposto un sistema non basato su un serio studio di fattibilità e di convenienza economica ed ambientale: il tutto potrebbe magari avere un senso strutturandolo diversamente, o più probabilmente potrebbe non averne alcuno. Speriamo per lo meno di aver allietato le menti degli appassionati di treni (e non...) più fervide...e per adesso consideriamo il tutto come un semplice esercizio di stile!
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